2,78 miliardi di dollari: a tanto ammonta la multa comminata ad Alibaba da parte dell’Antitrust cinese, che ha constatato una posizione monopolistica del gruppo guidato da Jack Ma che di fatto impedisce ai commercianti di vendere i propri prodotti su altre piattaforme di e-commerce.
Le indagini sono partite a dicembre 2020, si legge nella nota pubblicata dalla State Administration for Market Regulation (SAMR), ed hanno riguardato tutte le attività di Alibaba Group Holdings constatandone l’abuso di posizione dominante sul mercato secondo quanto previsto dall’articolo 17, paragrafo 1, punto 4. Il comportamento scorretto sarebbe stato condotto fin dal 2015, frutto della decisione da parte di Alibaba – e dei suoi market Taobao e Tmall – di imporre l’esclusiva di vendita ai commercianti sulla piattaforma: in altre parole, fino ad oggi se un’azienda era intenzionata a vendere la propria merce su uno degli store di Alibaba non poteva venderla anche su altre piattaforme. In più, Alibaba avrebbe abusato di algoritmi applicati in modo improprio per alterare il posizionamento dei rivenditori sul marketplace tramite un meccanismo premiante e punitivo a seconda del loro comportamento. Il risultato, secondo le autorità, sarebbe stato dunque un “vantaggio competitivo improprio” sulla concorrenza.
Alibaba avrebbe così limitato la concorrenza nella vendita al dettaglio in Cina, ostacolando l’innovazione e lo sviluppo dell’economia. Le conseguenze sarebbero ricadute non solo sui venditori, ma anche sui consumatori che, in questi anni, non avrebbero avuto accesso ad offerte potenzialmente più convenienti da parte di più attori presenti sul mercato.