La nota azienda di Cupertino starebbe lavorando all’Apple Car già dal 2015
Da giorni circolano in rete indiscrezioni circa il debutto di Apple nel settore automobilistico. Sembrava la solita fake ed invece sono arrivate le dichiarazioni di Herbert Diess, Ceo del gruppo Volkswagen:
“Nuovi concorrenti accelereranno il cambiamento e porteranno nuove competenze, ci giocheremo il primato con Tesla e Apple”
E così Apple, la cui segretezza aziendale è stata per decenni la religione imposta da Steve Job, ha lasciato trapelare non poche notizie in merito. Le voci risalgono al 2014, ma è il The Wall Street Journal nel febbraio 2015 a svelare i primi i dettagli, cioè che centinaia di dipendenti di Cupertino erano impegnati in un progetto battezzato Titan. È il giugno 2016 quando Bob Mansfield, ex marine e vice presidente in pensione, viene richiamato dal Ceo Tim Cook e messo alla guida di un programma di cruciale delicatezza. Nel Giugno 2017, in un’intervista all’agenzia Bloomberg, lo stesso Tim Cook si vede costretto ad uscire allo scoperto, annunciando che l’azienda era al lavoro su una piattaforma di guida autonoma.
A parole, si continuava a mantenere quel profilo basso che si deve a piccoli gruppi di lavoro coinvolti in attività sperimentali, ma non era vero. È il luglio 2019 quando l’Fbi accusa un ex dipendente Apple, Xiaolang Zhang di aver rubato e rivenduto ad una società automobilistica cinese segreti industriali prelevati dagli uffici di Cupertino, presso cui aveva lavorato dal dicembre 2015 fino al maggio 2018. Accertando il furto, l’Fbi però svelava anche la realtà delle cose, cioè che il progetto auto non era affatto sperimentale, ma si trovava già ad uno stadio tanto avanzato da occupare a tempo pieno almeno 5.000 dipendenti. Prima che l’indagine diventasse di dominio pubblico, Apple è costretta a cambiare tattica, mascherando ancora di più le sue attività. Molti impiegati coinvolti nel progetto cominciano ad indicare nel profilo LinkedIn una generica occupazione nelle “operation-Apple Inc.”. Da quel momento in poi l’auto della mela morsicata si inabissa, come un sommergibile. A gennaio 2019 l’agenzia Cnbc riporta che 200 dipendenti della divisione “autonomous systems” venivano licenziati, salvo specificare dopo pochi giorni le assunzioni che potenziavano la struttura dedicata all’intelligenza artificiale. A guidarla arriva John Giannandrea, assunto in Apple nel 2018 per lavorare su Siri, ma con lui si interfacciano due personaggi di spicco provenienti non dal settore degli assistenti vocali, ma da Tesla, cioè Doug Field, ex chief vehicle engineer, e Andrew Kim, che a Palo Alto era il responsabile del design degli interni delle vetture. È l’inizio di una scientifica campagna acquisti che ad oggi conta quasi mille tecnici “rubati” all’azienda di Elon Musk. La guerra che covava sotto la cenere, alla fine di questo 2020 non poteva scatenarsi che in modo plateale. Il 22 dicembre scorso Musk svela su Twitter d’aver chiesto nel 2017 a Tim Cook un incontro per vendergli Tesla, addirittura ad un decimo del valore attuale, perché allora era al culmine della crisi creata dal mancato successo della Model 3. Con tanta malizia, Elon Musk sottolinea che il Ceo di Apple avrebbe declinato l’invito, gettando così ombre sulle capacità di valutazione manageriale del rivale. La risposta non si fa attendere, ma non è diretta. Il 24 dicembre il quotidiano taiwanese Economic Daily News, che cita come fonti due aziende locali di componentistica elettronica, rivela che l’auto Apple potrebbe arrivare sul mercato addirittura nel settembre 2021, ovvero tre anni prima rispetto ad una tabella di marcia che Tim Cook non aveva mai neppure comunicato. Curioso che il prodotto ufficialmente non esita, ma il complesso meccanismo invece si.
“L’attuale programma di sviluppo della Apple Car non è chiaro. Se lo sviluppo inizia quest’anno e tutto va bene, l’auto sarà lanciata nel 2025-2027 al più presto”, scrive Kuo in una nota riportata dal sito specializzato MacRumors. “A causa dei cambiamenti nel mercato dei veicoli elettrici e a guida autonoma, e degli standard di alta qualità di Apple, non saremmo sorpresi se il programma di lancio di Apple Car fosse posticipato al 2028 o successivamente”.
Kuo mette quindi in guardia gli investitori, a cui ricorda che “sebbene Apple abbia una serie di vantaggi competitivi, non sempre ha successo nelle nuove attività commerciali”, come ad esempio nel mercato degli smart speaker.
“Se la Apple Car vuole avere successo in futuro, il fattore chiave sono i big data e l’intelligenza artificiale, non l’hardware”, prosegue l’analista. “Una delle nostre maggiori preoccupazioni sulla Apple Car è che, quando verrà lanciata, gli attuali marchi di auto a guida autonoma avranno accumulato almeno cinque anni di big data, intelligenza artificiale e deep learning. Come farà Apple a recuperare questo ritardo?”.