Apple MacBook Pro Flexgate: la causa negli USA andrà avanti

La causa contro Apple sul cosiddetto “Flexgate, relativo ai display dei MacBook Pro, andrà avanti: il giudice Edward Davila ha deciso che la Mela sapeva, o quantomeno che avrebbe dovuto sapere, che il componente era difettoso, ma ha continuato a venderli lo stesso. Il caso risale ai MacBook Pro presentati nel 2016: dopo pochi mesi d’uso, molti utenti avevano segnalato problemi al display di vario tipo, tra cui illuminazione non uniforme nella parte inferiore. Si è scoperto che la causa del problema era il cavo flex che collegava il pannello vero e proprio alla scheda madre del portatile: era troppo corto, e nel processo di apertura/chiusura sfregava contro la scocca fino a logorarsi.

Con il rilascio dei MacBook Pro 2018 Apple ha corretto l’errore di progettazione, allungando di qualche millimetro appena il cavo flex “incriminato”. L’anno dopo, con la presentazione dei MacBook Pro 2019, aveva annunciato che tutti i guasti causati da questo componente sarebbero stati riparati in garanzia Appena un paio di mesi fa il programma di riparazioni gratuite è anche stato esteso.

Apple è stata piuttosto criticata per come ha gestito la situazione: fino al 2019 non ha mai riconosciuto pubblicamente l’esistenza dell’errore di progettazione, neanche dopo averlo corretto nel 2018. C’è voluta una petizione di oltre 15.000 utenti per convincerla ad attivare una procedura di riparazioni gratuite straordinarie.


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