La crisi del mercato dei chip è un argomento cruciale per l’economia mondiale, al punto che nelle scorse ore si è tenuto un summit di alto profilo proprio alla Casa Bianca, a cui hanno partecipato aziende come Samsung, TSMC, Intel, AMD, Qualcomm, Apple, Alphabet e molte altre ancora, tra cui persino una delegazione giapponese e diversi rappresentanti del settore automotive come Ford e General Motors.
L’amministrazione Biden, infatti, sta seguendo con molta attenzione l’evolversi della vicenda – a fine febbraio ha annunciato l’apertura di un’inchiesta volta a scovare i colli di bottiglia della filiera produttiva -, tanto da considerarla una minaccia alla sicurezza nazionale. Così è stata definita da Jan Psaki, l’attuale portavoce della Casa Bianca, durante la conferenza di apertura dell’incontro tenutosi ieri.
Psaki ha anche confermato che l’amministrazione Biden punta ad un approccio olistico alla questione, che tenga quindi in considerazione il lungo periodo e le interazioni tra i vari governi mondiali. Lo scopo non è quindi quello di trovare una soluzione che funzioni solo per gli Stati Uniti, ma di trattare questa crisi sul piano globale, puntando a creare un nuovo sistema che scongiuri il ripetersi di una situazione simile. Tra le opzioni sul tavolo c’è anche quella di potenziare gli investimenti interni per dare vita ad una filiera produttiva negli USA, soluzione da tempo caldeggiata da parte dei principali chipmaker.