Nella lunga a difficoltosa diatriba tra Facebook e gli organi regolatori internazionali, l’Australia ha deciso di fare la parte del leone. Una recente proposta di legge, che obbligherebbe big tech, come Facebook e Google, a pagare una quota in percentuale agli editori per consentire agli utenti di condividere via post le notizie, ha spinto il gigante del social a bloccare ogni tipo di sharing di news da parte di iscritti, privati e aziende.
Il governo australiano ha fortemente criticato la mossa, affermando che ciò dimostra “l’immenso potere di mercato di questi giganti social digitali”.
Il tesoriere Josh Frydenberg ha detto che il divieto di condivisione delle notizie sta avendo un “enorme impatto sulla comunità”. Circa 17 milioni di australiani visitano il social network ogni mese e, dallo scoppio della pandemia, organizzazioni come quelle sanitarie nazionali hanno fatto affidamento su Facebook proprio per contrastare le fake news e veicolare questioni certe e validate. Le autorità australiane hanno sviluppato un disegno di legge con l’obiettivo di aiutare gli editori in difficoltà sui profitti. Un portavoce di Facebook ha sottolineato come la proposta non abbia lasciato che due opzioni all’azienda: “rispettare una norma che vuole canalizzare il social dentro parametri che non le spettano oppure spingerci ad eliminare la possibilità di condividere certi contenuti all’interno del Paese. Con il cuore pesante, abbiamo scelto la seconda via”.
Fonte: ANSA