Come può nascere uno scrittore: il ‘caso’ di Alessia Gazzola e della sua scelta
Fin da bambini proviamo a farci un’idea di cosa vorremmo fare una volta cresciuti. ‘Cosa farò da grande?’
E’ questa la domanda che ci poniamo o che ci viene posta molto spesso e a volte non sappiamo bene quale possa essere la risposta giusta perché in verità cambia sempre: forse perché siamo noi che cambiamo il nostro modo di vedere le cose man mano che il tempo passa.
Vogliamo essere sicuri di ciò che andremo a scegliere, senza voler deludere le nostre aspettative e sempre più quelle dei nostri genitori che magari sognano un figlio medico, avvocato, ingegnere o che continui il lavoro di famiglia e chi più ne ha più ne metta.
Ma quanti di noi fanno davvero il lavoro che hanno sempre desiderato? A quanti di noi il proprio lavoro corrisponde alla passione che hanno sempre avuto fin da piccoli?
Dal mio punto di vista credo siano davvero pochi…
Con l’evoluzione dell’economia, l’avanzare dei tempi e tutte le esigenze che la società odierna ci mette avanti, purtroppo inseguire i propri sogni diventa sempre più complicato se non impossibile se si vanno a considerare tutte le sfaccettature presenti dietro le vite di ognuno di noi: il desiderio di una famiglia, di avere il proprio compagno accanto, ma soprattutto l’esigenza di non abbandonare la famiglia di origine che ha fatto qualunque cosa affinché ci realizzassimo, le radici del proprio essere e che risiedono anche nel paese in cui si cresce.
Anche io ho cambiato il modo di vedere le cose e le mie passioni come il lavoro hanno subito mutazioni 🙂
Fin da bambina ho avuto la passione per la danza. L’ho studiata per ben sedici anni, continuando anche dopo il diploma, ma per tutta una serie di fattori che tale disciplina richiede, dopo qualche tempo ho abbandonato.
La danza richiede numerosi sacrifici se la si vuole intendere come lavoro: allontanarsi da casa fin da piccoli per andare a studiare in teatro, senza tralasciare le doti fisiche che vengono richieste e che in un attimo potrebbero farti trovare in strada senza più un posto in cui lavorare.
Non comandiamo il nostro corpo e quando si prova a farlo si sfocia spesso in disordini alimentari e depressioni dalle quali è difficile uscire. Pur essendo abbastanza dotata e con la possibilità di andare a studiare al Teatro San Carlo di Napoli, non ho coltivato questa passione fino in fondo, probabilmente anche sotto il suggerimento di mia madre, che vedeva in questo cammino un ostacolo alla mia vita da ragazza adolescente e probabilmente aveva ragione, perché non mi sono mai pentita per non aver continuato.
Ultimamente invece ho riscoperto la passione per la scrittura, ma anche in questo caso provo a farlo qui con questa rubrica, perché mi manca ancora il coraggio di mollare il mio vero lavoro e dedicarmi solo a questo.
Il mio lavoro di ingegnere biomedico mi piace molto ed è una continua scoperta: ho studiato tanto per arrivare dove sono, ma spesso lo trovo faticoso a livello mentale e sicuramente non sarebbe così se mettessi in esso la stessa passione che impiego mentre scrivo queste parole.
Ci sono casi in cui però il coraggio supera quella che io chiamo ‘la paura di fallire’ e si stravolge totalmente la propria vita. È questo il caso di una famosissima scrittrice italiana e che io ammiro molto: Alessia Gazzola.
Biografia Alessia Gazzola
Alessia nasce a Messina il 9 aprile del 1982, ed è conosciuta principalmente per i romanzi con protagonista Alice Allevi, da cui è stata tratta la celebre serie de L’allieva. La serie, best seller in patria, è stata tradotta in Germania, Francia, Spagna, Turchia, Polonia, Serbia e Giappone e adattata per il piccolo schermo dalla RAI.
Dopo la maturità classica, Alessia ha deciso di coltivare la passione per la scrittura solo come hobby e di perseguire un altro tipo di carriera. Laureatasi in Medicina all’Università di Messina, si è specializzata in medicina legale nel 2011. Ha esordito nella narrativa con L’allieva (Longanesi, 2011) caso letterario dell’anno per l’alto numero di copie vendute da un’opera prima.
Gazzola ha più volte dichiarato che la prima avventura dell’aspirante medico legale Alice Allevi, pasticciona, ma dotata di grande intuito investigativo, era nata inizialmente solo come valvola di sfogo alle difficoltà del primo anno da specializzanda all’Istituto di Medicina Legale di Messina.
Terminato il romanzo, ha deciso di tentare la proposta del manoscritto alle case editrici fino ad arrivare alla pubblicazione.
Dopo hanno fatto seguito numerosi altri romanzi che hanno consacrato Alessia Gazzola una delle scrittrici più emergenti e di spicco del panorama nazionale ma anche mondiale.
Nei suoi libri vi è un perfetto legame tra analisi investigativa, analisi scientifica e ironia, ma anche tanto romanticismo se usciamo dalla serie de L’allieva e ci approcciamo ad altri suoi romanzi.
Tra i libri che ho letto, di questa autrice ho apprezzato molto la sua fluidità di scrittura, ma soprattutto ho avvertito molto lo studio che c’è dietro ogni capitolo o vicenda che sia: nulla è scritto a caso e gli argomenti affrontati e raccontati dai protagonisti sono molto attuali e in grado di coinvolgermi nella storia tanto da farmela rivivere.
Lavoro o Passione?
Benché inizialmente riuscisse a conciliare entrambe le sue attività, ben presto ha dovuto compiere una scelta, dettata anche dal fatto che dietro ogni suo libro c’è spesso un vasto patrimonio di studio. Alessia non si era fatta delle idee precise su cosa poi sarebbe successo dopo: i libri sono stati molto amati e c’è stato un ottimo riscontro e aspettarsi tutto questo, dal suo punto di vista, sarebbe stato sempre molto pretenzioso.
Apprezzo tantissimo il suo coraggio per la scelta compiuta e che è stata ripagata alla grande; la sua tenacia e intraprendenza sono per me un vero esempio su come bisogna affrontare le proprie scelte e portarle a termine con le sole forze che si hanno. I momenti di sconforto ci saranno sempre, ma è proprio grazie a quelli che si ha la spinta a rialzarsi e continuare sulla propria strada senza mai pentirsi.
Per questo mi sento anche di ringraziare Alessia Gazzola, perché esempi come il suo possano rappresentare un insegnamento del fatto che bisogna sempre inseguire i propri sogni e in un modo o nell’altro provare a realizzarli.
Io stessa potrei essere un piccolo esempio con questa rubrica.