Lenovo ha dimostrato prima col Legion Phone Duel, e poi col nuovissimo Legion Phone Duel 2 (QUI e QUI, rispettivamente, le nostre prove) di non farsi troppi problemi quando si tratta di proporre design coraggiosi. Nel caso dei due dispositivi citati, però, l’estetica particolarmente aggressiva ha a che fare con la loro natura di gaming phone. Quella che vediamo nel brevetto registrato dal CNIPA (China National Intellectual Property Administration) lo scorso 27 settembre, invece, è una soluzione che riguarderebbe uno smartphone “tradizionale”, e con tutta probabilità destinato alla fascia alta del mercato.
Il fatto che non si tratti ancora di un progetto ben definito è testimoniato dalla presenza, all’interno del documento, di tre varianti dello stesso device, differenziate tra di loro sia dal layout della fotocamera posteriore (composta sempre da quatto sensori), sia per quanto riguarda la selfie cam. In un caso infatti c’è un solo foro nel display per ospitarla, nella seconda ipotesi i fori sono due, e infine nella terza opzione non c’è proprio traccia della fotocamera frontale, il che lascia pensare possa essere integrata al di sotto dello schermo.
Tutt’e tre le varianti, comunque, hanno in comune un aspetto decisivo nel caratterizzarne l’impatto, ovvero la presenza di uno schermo con bordi curvi, anzi curvissimi: quelli che in gergo si definiscono “waterfall“, a cascata, e che vanno a coprire interamente i lati del dispositivo, spingendo il display fino alla back cover. Il Mi Mix Alpha di Xiaomi resta il concept che ha portato all’esasperazione questo concetto, trattandosi di uno smartphone praticamente a tutto schermo. Ma in questi anni abbiamo visto soluzioni analoghe anche nel mercato reale, anche se un po’ meno accentuate, come nel caso di Huawei Mate 30 Pro (che infatti non presentava tasti sui fianchi, sostituendoli con delle gesture e la capacità del display di riconoscere l’intensità della pressione).