Nikon ha deciso, dopo oltre 60 anni in cui ha prodotto tra i più noti modelli di apparecchio fotografici con mirino reflex, di concentrarsi solo sul settore delle mirrorless
Nikon, iconico marchio giapponese di macchine fotografiche, ha deciso che non realizzerà più nuovi modelli di fotocamere reflex, concentrandosi sulle mirrorless.
Arriva così da uno dei maggiori produttori mondiali di apparecchi fotografici la presa d’atto dell’ennesimo epocale cambiamento tecnologico nel settore della fotografia, già squassato negli anni scorsi dall’avvento del digitale prima e degli smarphone poi.
Per alcuni decenni Nikon era stato quasi sinonimo di macchina fotografica reflex, fin dai tempo della mitica Nikon F motorizzata, immortalata per esempio nel capolavoro di Costa-Gavras “Z L’orgia del potere”, del 1969. Ma da quei tempi il settore della fotografia digitale ha subito diverse rivoluzioni, tra cui l’ultima, l’avvento degli smartphone con avanzate proprietà fotografiche, ha costretto i produttori tradizionali a rivedere completamente le loro strategie di prodotto, spesso mettendoli alle corde anche dal punto di vista di ricavi e profitti.
Reflex fin dal 1959
Nikon è attiva nella produzione di strumento ottici fin dal 1917, anche se il nome attuale risale al 1946. È del 1959 la Nikon F, il primo modello reflex nel formato a pellicola 35mm. Dai tardi anni 90 la produzione si è spostata sui modelli digitali. L’ultimo nuovo modello con tecnologia reflex, la D6, è stato lanciato nel giugno del 2020.
Dopo la rinuncia alla produzione di fotocamere compatte, un mercato completamente ucciso dagli smartphone fotografici, ora è arrivata la decisione di puntare tutto sui sistemi mirrorless, già ampiamente presenti nel catalogo Nikon, e abbandonare il settore delle reflex. E la decisione arriva quando le vendite sono ancora abbastanza consistenti: secondo produttore mondiale di reflex dopo Canon, Nikon ha venduto nel 2021 ancora circa 400.000 fotocamere che utilizzano questa tecnologia.
La spietata concorrenza degli smartphone
Ma i numeri del mercato non perdonano: la vendita di apparecchi mirrorless a livello globale ha sorpassato quello di reflex già nel 2020, con 2,93 milioni di modelli venduti contro 2,37. Il tutto in un mercato che, a causa della fortissima concorrenza degli smartphone, sta comunque subendo un drastico ribasso: nel 2017, tra mirrorless e reflex, erano state vendute 11,67 milioni di fotocamere, cifra scesa a 5,34 milioni nel 2021.
Tecnologie a confronto
Reflex e mirrorless si differenziano principalmente nel sistema ottico che consente al fotografo di vedere e inquadrare il soggetto. Nelle fotocamere reflex a singolo obiettivo (Slr) uno specchio dirige l’immagine raccolta dall’obiettivo verso il mirino. Lo specchio viene quindi sollevato al momento dello scatto, così che l’immagine possa raggiungere il sensore o la pellicola. Nei sistemi mirrorless, invece, l’immagine proveniente dall’obiettivo viene raccolta dal sensore stesso, e poi trasmessa a uno o più display, attraverso cui il fotografo vede soggetto e inquadratura.
I sistemi mirrorless hanno diversi vantaggi: innanzitutto non è più presente uno specchio che deve spostarsi quando effettivamente si scatta la foto, con conseguenti vibrazioni, problemi di usura del meccanismo, dimensioni extra necessarie per il corpo macchina etc. Per conseguenza inoltre, il numero di scatti al secondo raggiungibile da una mirrorless quando si fotografa “a raffica” è molto maggiore, a meno di non mantenere lo specchio sollevato tra uno scatto e l’altro, cosa che però non consente di vedere nulla nel mirino.
Fino a qualche anno fa i sistemi reflex mantenevano ancora un vantaggio in termini di durata delle batterie, in quanto il sensore veniva “spento” tra uno scatto e l’altro, dato che l’inquadratura veniva fatta con un sistema totalmente ottico e non elettronico. Ma negli ultimi anni la migliore tecnologia delle batterie ha pressoché annullato questo vantaggio.