Per chi lo ha fatto, sa benissimo che annusare le pagine di un libro dona quasi sempre una piacevole sensazione: ma potrei anche solo esprimere un parere poco impersonale.
Se dovessi dire la mia, l’odore delle pagine dei libri è tra quelli che più amo, io lo chiamo ‘una boccata d’aria’. Eppure, se ci si mette, di quell’aria se ne può fare un gran tesoro perché un libro è uno degli strumenti più belli grazie al quale si può imparare a sognare, a decidere, a guardarsi dentro, perfino imparare a vivere e qualche volta, almeno si spera la grammatica J.
Ogni giorno la vita mette tutti di fronte a situazioni di ogni sorta: difficili, bizzarre, piacevoli. Ma se non dovesse capitare e si è un assiduo lettore, le stesse vicende, gli stessi rompicapi, li ritroveremmo nel libro che si ha sotto mano, e lì parte la fatidica domanda: ‘E se capitasse a me cosa farei?’.
Le parole di un libro, quelle impresse su ogni sua pagina, restano nel nostro dentro più di quelle dette a voce, perché stanno lì e nessuno può cancellarle, ma possono essere lette e rilette, e ogni volta su ognuno faranno un effetto diverso.
È proprio per questo che sarà una bella sfida confrontarsi o conoscere le letture terminate, insieme a tutte le sensazioni che lasciano e che fanno carpire anche le differenze caratteriali di ogni lettore.
Proviamo a farlo proprio qui, proviamo a sentire l’odore delle pagine di questa rubrica…