Dopo i processori di undicesima generazione dedicati ai prodotti ultraportatili Intel annuncia oggi la versione più potente, destinata al gaming o e alle workstation portatili: il Core i9 11980HK Tiger Lake-H.
Nel periodo più nero della storia dei semiconduttori Intel ha un vantaggio che i concorrenti non hanno: possiede le fonderie.
Ecco perché, annunciando la nuova serie di processori Tiger Lake-H destinata a computer portatili da gioco e a workstation per la produttività, Intel anticipa di averne già spediti oltre 1 milione ai suoi partner e che nel corso dell’anno verranno annunciati più di 80 modelli che useranno i nuovi processori di undicesima generazione.
Se si cerca un computer in un periodo difficile, è facile che questo abbia all’interno un processore Intel.
Quella annunciata oggi è una famiglia allargata: troviamo processori dedicati al gaming nelle famiglie Core i5, Core i7 e Core i9, processori dedicati ai creators vPRO e anche processori Xeon Mobile per workstation.
La base di tutti questi modelli è comune, ed è basata sulla microarchitettura Willow Cove, con processo produttivo SuperFin a 10 nanometri.
Ricordiamo, è sempre bene specificarlo, che questo processo produttivo nonostante il nome garantisce comunque una densità di transistor per millimetro quadrato superiore a quella del processo produttivo TSMC a 7 nanometri. Sebbene Intel non abbia ancora migliorato il suo processo per renderlo competitivo con i 5 nanometri, i 10 nm di Tiger Lake non possono essere definiti “vecchi” e sorpassati.
Intel, nello snocciolare le prestazioni, parla di processore più veloce al mondo nei processi single thread, e il riferimento va al nuovo i9 11980HK che può raggiungere con uno o due core attivi i 5 GHz di frequenza massima di clock. Intel parla anche di un miglioramento del 19% delle prestazioni multithread.
I processori oggi sono molto di un paio di dati legati al numero di core, al consumo e alla velocità. Se prendiamo il nuovo i9 11980HK, modello di punta della famiglia dedicata al gaming, Intel parla di processore per notebook da gioco più potente al mondo. Sbloccato, può essere aumentato il clock con l’utility in dotazione (overclocking), ha 20 corsie PCI Express di quarta generazione collegate direttamente alla CPU e 24 corsie di terza generazione, può gestire le più moderne GPU esterne ed è fatto per pilotare schermi Full HD fino a 360 Hz o schermi 4K a 120 Hz.
Interessante anche la possibilità, grazie alla tecnologia Intel Rapid Storage Technology (RST), di collegaredue SSD M.2 PCIe 4.0 in RAID 0. L’aumento di prestazioni, secondo i grafici distribuiti da Intel, è del 15% circa.
Nel confronto con la concorrenza, AMD Ryzen 5900HX, Intel mostra un incremento ancora più consistente anche se sappiamo che questi benchmark lasciano sempre un po’ il tempo che trovano, non perché non siano veritieri ma perché vengono mostrate solo le condizioni (e i giochi) che interessa mostrare.
Per i content creator Tiger Lake H mette a disposizione anche un decoder AV1 integrato nella GPU Xe, dotata di 32 unità grafiche e capace di gestire senza problemi in hardware flussi video 4K a 60 fps. Il numero esiguo di unità grafiche è legato al fatto che i produttori, quasi sicuramente, abbineranno questi processori a soluzioni esterne.
Intel ha anche lavorato con diverse software house per ottimizzare la resa dei suoi processi sfruttando gli SDK dedicati, anche quelli per il machine learning: le prestazioni con After Effects di Adobe migliorano del 20% mentre il flusso di lavoro in ambito Office, soprattutto foglio di calcolo e database, migliora del 14%.
Photoshop, Premiere, Lightroom, Handbrake e Autodesk Maya sono alcuni software dove gli sviluppatori hanno lavorato con Intel per ottimizzare la resa su questa serie specifica di processori.
Le soluzioni consumer prevedono configurazioni che partono da 6 core e arrivano ad 8 core e 16 thread, con la soluzione di punta configurata con un TDP a 65 watt e le soluzioni intermedie che si fermano a 35 watt. Variano ovviamente le frequenze di base e le frequenze di picco.
Le versioni “commerciali”, quelle destinate ai notebook business e quindi con soluzioni di sicurezza integrate e vPro, ricalcano più o meno quelle consumer fatta eccezione per la versione da 65 watt, che non è presente: c’è sempre un 8 core 16 thread, ma è leggermente meno spinto.
Questa serie, soprattutto nella declinazione per content creator, è sempre stata quella che storicamente Intel ha venduto ad Apple per i MacBook Pro. I MacBook Pro di fascia alta, previsti per la seconda metà dell’anno, non avranno tuttavia a bordo questi processori. Li troveremo invece su tantissime workstation HP, Asus, MSI e Lenovo.
Fonte:dday.it