Una modifica dei termini di servizio eseguita in modo inadeguato fa sì che gli utenti di Whatsapp si riversino sui concorrenti; soprattutto su Telegram e Signal.
Un aggiornamento dei termini di servizio, ha spinto gli utenti di WhatsApp a migrare su servizi alternativi come Signal e Telegram.
L’esodo è stato così grande che WhatsApp è stata costretta a ritardare l’implementazione dei nuovi termini, prevista per l’8 febbraio, e ad avviare una campagna per limitare i danni, cercando spiegare meglio agli utenti le modifiche che stavano apportando.
Nelle prime tre settimane di gennaio, Signal ha guadagnato 7,5 milioni di utenti a livello globale, mentre Telegram invece ne ha guadagnati 25 milioni.
In entrambi i casi, l’aumento sembra essere avvenuto a spese di WhatsApp. I dati dimostrano che il calo di utenti subito dall’app a marchio facebook è direttamente proporzionale all’incremento delle “app alternative“.
Cosa ha scatenato la fuga?
Eventi come l’indicizzazione dei Google dei numeri di telefono associati a Whatsapp e personaggi del calibro di Elon Musk che incitano a boicottare l’app, sono stati duri colpi per il servizio di messaggistica più utilizzato al mondo.
Niamh Sweeney, direttore delle politiche pubbliche di WhatsApp per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, ha dichiarato alla commissione per gli affari interni che si ritiene che l’esodo sia correlato all’aggiornamento dei termini di servizio dell’azienda. Ha detto che l’aggiornamento aveva lo scopo di fare due cose: abilitare un nuovo set di funzionalità sulla messaggistica aziendale e “fare chiarimenti e fornire maggiore trasparenza” sulle politiche preesistenti dell’azienda. “Non ci sono modifiche alla nostra condivisione dei dati con Facebook in nessuna parte del mondo“, ha detto Sweeney.
Ma dopo che post virali, ampiamente diffusi su WhatsApp, affermavano che l’informativa sulla privacy dava al servizio il diritto di leggere i messaggi degli utenti e di consegnare le informazioni alla sua società madre Facebook, WhatsApp ha annunciato un ritardo nell’implementazione dei nuovi termini del servizio. L’azienda afferma che ritarderà l’attuazione della sua nuova politica al 15 maggio.
La migrazione era già in corso
Il passaggio ad app di messaggistica più incentrate sulla privacy, era in atto prima del disastro delle pubbliche relazioni di WhatsApp, ha affermato Ghodrati. “Le app di messaggistica che forniscono funzionalità per la privacy hanno registrato la maggiore crescita del coinvolgimento nella [prima metà del] 2020. Queste app hanno visto in media il 30% in più di utenti attivi rispetto alle alternative. App come Signal, Telegram, Wickr e WhatsApp offrono funzionalità per la privacy che vanno dal trasferimento di dati crittografati end-to-end ai “messaggi autodistruggenti”. “
Ma davvero Telegram offre più privacy?
Ironia della sorte, in qualche modo WhatsApp è più incentrato sulla privacy rispetto al suo concorrente Telegram. Il primo applica la crittografia end-to-end come impostazione predefinita, e impedisce quindi al fornitore di servizi di accedere ai messaggi degli utenti, ad eccezione di quelle tra utenti e grandi aziende.
Telegram, tuttavia, attiva la crittografia end-to-end solo per le “chat segrete“, un’opzione che gli utenti devono selezionare attivamente per ogni singolo contatto. Tali chat “sono pensate per le persone che vogliono più segretezza rispetto all’utente medio“, spiega il servizio in una FAQ.